mercoledì, settembre 28, 2011

La Camorra, precursore dei Social Network

Lo ammetto, titolo un pò forte ma probabilmente vero.
Analizziamo il significato della definizione "Social Network". Secondo Wikipedia:

"Una rete sociale (in inglese social network) consiste di un qualsiasi gruppo di persone connesse tra loro da diversi legami sociali, che vanno dalla conoscenza casuale, ai rapporti di lavoro, ai vincoli familiari."

Capirete, quindi, che da questo punto di vista, la Camorra (o se si preferisce la "criminalità organizzata" o ancora "il Sistema") è sicuramente un "precursore" nei sistemi e nelle associazioni organizzate...una vera e propria piattaforma di condivisione, di "sharing"... altro che Facebook, Twitter...e via dicendo...

Chi ha avuto la fortuna di nascere a Napoli (si fortuna, perchè io amo la "mia terra" ) avrà capito le ripercussioni di questa introduzione e di questo percorso logico. Chi ha avuto la fortuna di nascere altrove (anche quella è fortuna...) non capirà subito cosa sto dicendo...e quindi provo a spiegarmi.

Cominciamo da una domanda...in cosa consiste la FORZA della Camorra ?
Prepotenza ? Spavalderia ? Armi ? Denaro ? Violenza ?
Eh no...la vera FORZA della Camorra sta nel poter mantenere e conservare lo "status quo".
Di poter lasciare esattamente tutto com'è...affinchè nulla cambi.

Se la Camorra offre un lavoro
se offre per quel lavoro un guadagno 3 o 4 volte superiore a qualunque altro lavoro
se per chi non riesce a "sistemare" con i propri contatti, fornisce la spesa quotidiana direttamente a domicilio
se consente l'avanzamento in una gara d'appalto di questa o quella società...che a sua volta ha dei dipendenti...che hanno una famiglia...
se chiede dei voti per un candidato che poi consentirà a quel giovane o meno giovane disoccupato che ha dato il proprio voto di fargli da autista (che così controlla anche per conto del boss il candidato)...
se ti offre un lavoro e poi ti chiede in cambio di sotterrare qui e lì qualche rifiuto nella campagna che ha quel tuo parente fuori città...

Ecco...se la Camorra fa tutto questo, se si comporta da Stato nello Stato...o meglio da ANTI-Stato...e si garantisce una fedeltà dei suoi "utenti"...e si garantisce che tu aiuti me e io aiuterò te secondo una "socialità" che è legata allo scambio di favori e di convenienza, che speranza c'è di combattere lo "status quo" ?

Come risolvere ?

Non servono leggi particolari. Serve controllo, presenza sul territorio, offerta di una alternativa valida e concreta. Il cittadino si affilia o si avvicina se non vede beneficio da parte di altri che sappiano soddisfare le sue esigenze.

Se ponessimo un cittadino di fronte alla scelta:
Ti pago per lavorare onestamente esattamente quanto ti paga per delinquere la Camorra, cosa deciderebbe il cittadino?

Bisogna offrire al "popolo" qualcosa di meglio, di più appetibile..che vale di più.

Vale di più avere una casa che sia degna di questo nome e non vivere in un "basso", un monolocale dove vivono in 6.
Vale di più svegliarsi al mattino e non aver paura degli "sbirri" ad ogni passo.
Vale di più sapere che a morire, muoiono tutti...ma per vecchiaia, per malattia, per un incidente...e non per una pallottola vagante o per una indirizzata a te.
Vale di più poter sapere che se litighi con il tuo vicino, non rischi di essere "gambizzato".
...
...e l'elenco potrebbe continuare ancora a lungo.

Se lo Stato, quello con la S maiuscola, riuscisse ad essere più presente, a richiamare qualcuno di quei soldati che sono in Afghanistan, in Iraq, in Libano...per garantire la sicurezza e i controlli sul territorio.
Se lo Stato, quello con la S maiuscola, proponesse un concorso pubblico per assumere Nmila investigatori e poliziotti che su tutto il territorio nazionale (tutto!!!) indaghino sulle collusioni tra Camorra e vita pubblica.
Se lo Stato, quello con la S maiuscola, offrisse lavoro per poter vivere onestamente.

Se...facesse tutto questo...probabilmente ridurrebbe le complicità e la condivisione, lo sharing, tra i cittadini e la Camorra, ne ridurrebbe i punti di prevedibile contatto e fornirebbe una reale alternativa.

Nessuno di quelli che scelgono questo SOCIAL NETWORK chiamato CAMORRA sono delle brave persone, nessuno di loro è un santo, nessuno di loro è vittima.

La Camorra trova spazio, dilaga, si espande e trova forza dove c'è l'assenza dello Stato. Se manca la presenza dello Stato ecco che viene lasciato un posto vuoto che, siate sicuri, verrà occupato dalla Camorra.

Ma nel momento in cui queste persone trovassero che lo spazio precedentemente occupato dalla Camorra avesse un "competitor" potrebbero seriamente pensare di abbandonare il vecchio Social network...no ?

"Ehi gente...finora conoscevate Facebook...guardate che ora esiste anche Google+"

Dove, nel nostro caso sarebbe

Finora esisteva solo la CAMORRA...sappiate che ora c'è anche lo STATO".

Chi vincerà la guerra dei SOCIAL NETWORK ?
Secondo me...lo STATO.

Impossibile ?

Ma...

...ANCHE NO!


p.s.= parlo di Camorra e non anche di Mafia, Ndrangheta, Sacra Corona Unita, ecc. solo perchè la Camorra so vederla, ascoltarla e sentirla sulla mia pelle...

mercoledì, settembre 21, 2011

Generazione "Touch"

Domenica scorsa sono andato con la mia fidanzata e mia madre (se la ospiti per svariati giorni a casa, qualcosa da fare devi proporle, no?) al Museo del Risorgimento in Palazzo Carignano a Torino.
Molto bello e molto interessante, 30 sale piene e intrise di Storia, con la S maiuscola, del nostro Paese. Senza rendermene conto mi sono ritrovato davanti alla teca dove c'è lo scritto del "Canto degli Italiani" (il nostro inno nazionale, cari...) di Mameli e di fianco lo spartito della musica, scritta da Novaro. Confesso, è stato emozionante per uno che quando suonano l'inno (sia per la Nazionale di Calcio, per una premiazione olimpica, per il concerto di Capodanno in piazza del Quirinale...) si alza in piedi e mette la mano destra sul cuore...oltre al fatto che, vivendo vicino ad una delle più grandi caserme di Torino, alle 8.00 e alle 18.30 c'è l'alzabandiera e l'ammainabandiera che lo suona.
In ogni caso, immaginate il classico museo, pieno di cimeli, reperti e importantissimi documenti. Quadri che raffigurano scene di battaglia, originali dell'epoca, teche in vetro e descrizioni ovunque, poi la Storia cede il passo alla Tecnologia...e appaiono i "tavoli touch".
Nel bel mezzo di alcune sale si ergono centrali e ben in vista, di un nero hi-tech, dei pannelli dove è possibile, semplicemente attraverso il tocco delle dita sfiorare lo schermo ed accedere ad info di vario tipo. Alcune di sintesi rispetto ai temi della sala che si sta visitando, altri di approfondimento ulteriore.

Per deformazione professionale, ovviamente, mi sono avvicinato e ne ho osservato l'interfaccia.
La navigazione appariva piuttosto intuitiva e semplice, c'erano icone di zoom per le immagini e scroll per i testi più lunghi. Molto molto semplice da usare...persino alla portata di un bambino, si direbbe...e invece...

Ciò che più mi ha colpito è stato il fatto che mentre quelli della generazione di mia madre...e la mia...eravamo intenti a guardare gli oggetti fisici, reali, concreti che avevamo davanti, c'erano ben 6 bambini attorno ad uno di questi tavoli touch e non sapevano usarlo !!!
Premevano più punti contemporaneamente, e usavano la tipica gestualità iPhone !!!
Avete presente no? Il dito che scorre sullo schermo verso destra o verso sinistra, verso l'alto o verso il basso...e il "pizzicotto" per zoomare.
Ecco, peccato che però quel tavolo, NON ERA UN IPHONE GIGANTE ! Motivo per cui, i bambini, abituati (oh mio DIO!!!) alla gestualità dell'iPhone non riuscivano ad interagire con i contenuti e oltre a questo, lo trovavano troppo "lento".

Morale della favola quei bambini non hanno sicuramente cagato manco di striscio la Storia che era attorno a loro...ma manco quella che era racchiusa nei tecnologici tavoli touch.

Dov'è quindi il problema ? Colpa di Apple che sta plagiando le giovani menti ? Colpa della Tecnologia che non è user frendly ? In realtà nessuna delle due ragioni o entrambe.

Il primo dispositivo touch di "massa", l'iPod Touch di prima generazione, è stato messo sul mercato il 5 settembre del 2007. Solo 4 anni fa...che pensando alla velocità con cui si muove la tecnologia rappresenta almeno un'era geologica fa. Questo vuol dire che i bambini che oggi hanno 7-10 anni...si sono trovati davanti già uno di questi dispositivi e, probabilmente, proprio nell'età in cui percepiscono e imparano la manualità più completa.

Ma attenzione, a mio avviso, il problema non è nemmeno questo, il problema è l'idea di istantaneità che c'è sotto. "Posso toccarlo, quindi deve accadere subito...." e , ancora peggio, il principio per cui "C'è solo un modo ed è questo" ( mi riferisco ai movimenti per navigare l'iPhone).

E' questo ciò che dovremmo far capire ai bambini di oggi quando gli diamo il giocattolino chiamato iPhone in mano. Non è vietato in assoluto...è un device, è uno strumento, è un oggetto...e come tale può essere usato bene o male, è l'uomo che ne determina la natura in tal senso.
Ma non è "l'unico modo" per fruire di informazioni o interagire con dei contenuti. Ce ne sono altri...e attenzione c'è bisogno di "meravigliarsi"...di "scoprire"...di trovarsi "per caso" davanti ad un documento storico...e non di esserci condotto al ventinovesimo touch se però sei nella category giusta.

Quindi, istruzioni per i touch per i bambini...o perchè no, una "guida speciale" per i bambini così come si fa con gli adulti, che possa interessarli in maniera diversa. Rendiamoli consapevoli e coscienti di ciò che stanno scegliendo ed educhiamoli a cercare, scoprire, scavare, chiedere, domandare, curiosare... prima di usare un iPhone, indichiamogli anche altre strade per arrivare allo stesso risultato e non rendiamogli la vita ultra facile.

E allora, i tavoli touch...facili e comodi per tutti ? Facile da usare persino per un bambino ??

Ma...

...ANCHE NO!



mercoledì, luglio 13, 2011

"Scrivi qualcosa sulla fine delle relazioni..."

Notavo che da un gennaio non pubblicavo un post su questo splendido blog (ndr) e quando ad alta voce ho chiesto "di cosa potrei scrivere" ? Mi hanno risposto con il titolo di questo post.
Che dire, quasi come se potessi dire qualcosa di utile o sensato su questo aspetto della vita di ciascuno.
Eh si, la "fine delle relazioni"...non devo certo spiegarvi io che ci sono relazioni di vario tipo e che investono i vari ambiti della nostra vita: la sfera sentimentale, quella lavorativa, quella familiare, quella amicale...
Eppure ciascuna "sfera" vive una fine "diversa" pur essendo noi gli stessi.
Forse che diamo un peso diverso alle "fini" che viviamo? O alle persone che ne sono coinvolte ?
A volte si, a volte no.
Di quelle tra le più strazianti, difficili, complesse da vivere sono le "fini amorose"...
Chi non ne ha vissuta una ?! Si sia vittima o carnefice, da qualunque parte si stia, vivere una "fine" non è cosa semplice.

Ci sono gli amici...e gli amici degli amici..."come stai?", "ticapisco", "lasciaperdere", "chiusaunaportasiapreunportone", "nontimeritava"...pare che siano le espressioni più dette in questi momenti (fonte Google adwords), ci sono quelli che vorrebbero starti vicino ma non possono perchè "ohsentiamoci, cisonosempreperte, losai" e quelli che non vorresti ma che possono "dai prendiamoci un caffè", "devi distrarti vieni con noi a fare parapendio", "c'è un amico che conosce la persona giusta per te, organizziamo una cena ?".
Perchè inevitabilmente, come diceva Karl Popper "Nessuno è un'isola" e le relazioni sono tali proprio perchè si allacciano tra uno e molti...e quei molti tornano verso l'uno, a volte nel momento giusto, a volte no.
Gli amici in questa situazione possono essere i peggiori alleati e i peggiori nemici. Ti prenderanno in giro perchè sei ancora lì a sperare in un suo ripensamento o anelare ad un sms. Ti smontano per qualunque cenno possa venire dall'ex perchè loro sanno che se uno è ex, ex deve rimanere per sempre "la minestra scaldata non piace a nessuno"...tranne quando poi tocca a loro...e allora la mangerebbero anche appena scongelata. Quando incontreranno l'ex di turno gli diranno che tu stai bene e sei una persona serena anche se non è vero...anche se stati soffrendo come un cane abbandonato e malmenato per strada con la rabbia...e queste parole decreteranno la definitiva convinzione del tuo ex che alla fine meglio che si sia chiusa questa storia anche se forse in fondo al suo cuore...sperava ancora.

E vogliamo parlare dei parenti ? "macome!", "perchè?", "daquando", "e io che pensavo che vi sposavate", "mi stava simpatico", "mi stava antipatica", "menomale", "ora dove la trovi un'altra persona così?" E ti vedono depresso, e non va bene perchè non ci devi pensare, tutto finisce e l'amore eterno non esiste e "vedi me e tuo padre, stare insieme per una vita non è facile" (si ma voi ci riuscite...), e devi passare del tempo da solo perchè è importante capire la ricchezza della solitudine, e se non andava, meglio ora che in futuro quando ci sarebbe stato un figlio. Insomma "dispenser" di consigli a profusione, quasi mai richiesti e quasi mai colti perchè diciamocelo, se una cosa ce la dice un parente o peggio i nostri genitori quasi mai l'ascoltiamo, se ce la dice il primo passante a cui siamo disposti a credere, lo accogliamo come oro colato. Inevitabilmente, poi, quando ci sarà la new entry che ci avrà permesso di dimenticare l'ex, i parenti ritorneranno coi ricordi a chi c'era prima al tuo fianco, confidandoti che in fondo prima ti vedevano meglio, che con eri diverso e che da quando ti sei rifidanzato sei cambiato. Insomma, mai contenti e tu meno di loro.

Visto che la maggiorparte della nostra giornata la passiamo spesso con i colleghi, inevitabilmente rappresentano un ulteriore contraltrare della tua storia appena finita. Ti vedono depresso in ufficio se sei stato vittima e coi sensi di colpa se sei stato carnefice. Ti spiegano che devi provare a buttarti sul lavoro e cercare di non pensarci e sostanzialmente visto che alcuni di loro sono anche amici tuoi, si comportano come descritto nel primo paragrafo di questo post. Inutile ripetersi. Unica aggravante è che per forza di cose li vedi tutti i giorni e se non stai attento diventeranno il tuo incubo peggiore. C'è l'amicone che vuole darti a tutti i costi i consigli e pare volerne parlare anche più di te della tua recente separazione. Di solito ha gli occhiali, la barba, è alto e perennemente a dieta. Vuole sentirsi utile forse ma non si rende conto che certe volte, meglio un sano silenzio che un martellante parlare.

Quello che di tutto questo è vero è che quando una relazione finisce si deve fare i conti con se stessi. Più e prima che con gli altri. Ci si deve fermare a capire cosa effettivamente è andato storto e perchè. Se dipende da noi abbiamo il dovere e il potere di rimediare, se non dipende da noi vuol dire che abbiamo "subìto" una scelta...e se l'abbiamo subìta non facevamo veramente parte di una coppia.
Chiedetevi se ora che siete soli siete una persona "migliore" o "peggiore" di prima. Chi non ci ha reso "migliori" e non ci ha fatto scoprire lati nascosti del nostro essere, forse non aggiunge davvero nulla alla nostra vita...e allora, meglio lasciarla andare.
Chiedetevi se ora che siete tornati il centro unico del vostro mondo non sia il caso di prendervi più cura di voi stessi, perchè volervi bene può essere il primo passo per capire che da soli non si muore e vale la pena stare in due solo se "si vince" qualcosa in più.
Che poi sicuri che quella lì fosse proprio la persona con cui volevate invecchiare? Quella che volevate trovarvi accanto il giorno che, guardando i vostri nipotini giocare, vi sareste chiesti se avete passato una vita degna e rispettosa...e se avete lasciato qualcosa di importante nelle persone che avete incontrato.

Se avete vissuto "la fine di una relazione" proprio con la vostra metà della mela, quella che combacia perfettamente con voi, allora combattete...fino alla fine.

L'amore vero esiste...e Resiste. Al tempo , alle difficoltà, agli incidenti, a tutto ciò che gli serve per lottare per la sopravvivenza e rendervi una persona felice. Che se non lottate per la felicità per cosa diavolo volete lottare ?

Se quindi siete alla "fine di una relazione"...fermatevi, analizzate un pò di cose...fatevi qualcuna delle domande su elencate...e soprattutto come diceva il caro San Paolo, "Esaminate ogni cosa e ritenete ciò che è buono". Attenzione al verbo "ritenere" inteso come "tenete per voi", "custodite", "conservate". Quindi raccogliete tutto, conservate ciò che si salva...e andate avanti.
A voi stabilire se è il caso di procedere senza sosta, fermarsi...o se valga la pena tornare indietro.

Una cosa è sicura, vorrete mica avere risposte alle domande esistenziali sulla vostra vita da questo blog ?

Ma...

...ANCHE NO !

martedì, gennaio 25, 2011

AI MIEI TEMPI...

Oggi mi è capitato di vedere su Facebook delle vecchie foto caricate da uno dei miei contatti.
Non si trattava di foto mie...ma di suoi scatti di famiglia, di molti anni fa ed erano evidenti scansioni in digitale di quelle vecchie foto di carta...come sicuramente ognuno di noi ne aveva fino a qualche anno fa a casa, magari in un grande cassettone in basso, perchè tanto non si apre spesso.
Un cassettone di "ricordi" di "scatti" pieno di "parenti"...che sono andati via o che sono ancora tra noi ma che ci parlano di un altro "tempo". Non di un'altra epoca, attenzione. Di un altro tempo, inteso come velocità, stile di vita, intensità del tempo per come veniva vissuto.

Da un pò pur avendo una passione puramente amatoriale per la fotografia ho abbandonato la "pellicola" per passare al "digitale". In questo passaggio, oggi, mi rendo conto che manca qualcosa. Senza arrivare al professionismo estremo di chi le foto se le sviluppava in casa, ma sono consapevole che tenere tra le mani una vecchia foto, di quelle stampate in bianco e nero, col bordo bianco...o a bordo vivo...o addirittura col bordo sfrangiato (non mi chiedete perchè ma ne ho alcune con questo "effetto"), ha un sapore diverso.

Oggi quando devo vedere "vecchie foto" so bene che con un paio di click riesco a trovarle subito...e quando mi riferisco a vecchie foto, non sto parlando di foto del 1945...ma di 5-6 anni fa. Situazioni completamente diverse...ma già digitalizzate.
Quando ero bambino ricordo che perdevo ore intere a scovare le foto, da quel cassettone in basso che ne conteneva mille miliardi tutte insieme e tutte mischiate.

Rivedendo uno scatto "antico" su facebook mi viene da pensare che quelle foto lì, stampate, scattate in bianco e nero, con quei soggetti hanno un sapore irrimediabilmente diverso.
Non so come esprimere al meglio la sensazione...ma di tutte quelle che ho nei miei ricordi, non mi viene in mente una foto in bianco e nero...che sia "banale". Che sia scattata per caso, che sia frutto di una "posa" finta.
Ognuno di quegli scatti ha dentro di sè un potere...raccontano una storia, e con gli scatti moderni questo non è sempre vero.
Quegli scatti raccontano uno stile di vita, gli uomini erano quasi sempre in giacca e cravatta, le donne con vestiti del tempo e magari meno "vari" tra loro di come può accadere oggi.
Quegli scatti raccontano la dignità dei soggetti, in certi scatti si vede la povertà, in altri la fierezza, in altri ancora l'amicizia e l'amore. Sfido chiunque a poter cogliere oggi in un proprio scatto le stesse sensazioni.
Quegli scatti raccontano la nostra storia, da dove siamo venuti e raccontano di una generazione che definiva, lavorava, assaporava la vita in una maniera diversa.

Amo la tecnologia, ma inevitabilmente, per quanto riguarda le care vecchie foto, abbiamo perso qualcosa."Virare" oggi una foto al bianco e nero in maniera artificiale, magari in post-produzione, o usare una pellicola in bianco e nero non basta.
Se anche fossimo bravissimi a ricreare il contesto, la luce, gli arredi, l'abbigliamento e via dicendo...non sono sicuro che riusciremmo a scovare i "volti"...o le storie.
Rivedere uno scatto di qualche decennio fa, in bianco e nero ci attrae e ci piace a prescindere che sia fatto da nostro nonno...o dal vicino di casa.
Uno scatto "reso vecchio" oggi, o viene fatto da un mega-guru della fotografia moderna digitale o in pellicola che sia...o non rende allo stesso modo. Non riuscirà a dare la stessa profondità, lo stesso realismo, le stesse emozioni.

Che dire, se una foto d'altri tempi ha potuto scatenare questo post l'avrebbe potuto ugualmente fare una bella foto scattate oggi con le più moderne tecniche ?

ma...

...ANCHE NO!